Nightguide intervista Pier Mazzoleni

Nightguide intervista Pier Mazzoleni

Pier Mazzoleni ha pubblicato da poco il suo ultimo disco, ''Gente di terra''.
Nightguide lo ha intervistato per voi.
 
Ciao Pier, innanzitutto vorremmo chiederti: chi è ''La gente di terra''?
La necessità di parlare di gente di terra, si è fatta pressante in questi ultimi tempi, gente di terra siamo noi che viviamo, ognuno con la sua realtà. Ma gente di terra è chiunque si sposti da una parte all'altra dei continenti. Questo, per dirla in modo formale e alla lettera. Ma gente di terra sono, soprattutto, tutti i pensieri, i sogni e le ambizioni che alimentano la vita, e anche la morte... Sono i colori del cielo e del mare che hanno racchiuso in loro il nostro vivere.
 
Da dove giunge la tua necessità di cambiare il sound?
Più che di necessità devo dire che è stata un'esigenza di forma, un progetto come questo non poteva indossare altro che questi panni, a mio avviso. Questo tipo di canzoni, figlie di questa terra, non poteva essere costruito su accordi complessi, né tantomeno poteva avere fantasmagoriche costruzioni. E poi come quarto disco ho anche scelto di spostarmi un po' dal resto della mia produzione, a favore di un progetto che, passami il termine, vorrei definire nostrano al 100 per cento.
 
Tu va di raccontarci la genesi di un brano come ''Volo''?
Non è molto complicato da raccontare. Volo nasce come traccia aggiunta, non era inizialmente nel percorso... Però nel momento in cui ho deciso di raccontarmi e di guardare il progetto attraverso la mia spiritualità, ho deciso che una canzone un po' più "leggera" doveva starci. E soprattutto avevo bisogno di un testo che esprimesse il concetto dello slancio, dell'allontanarsi dal quotidiano e del tornare a riappropriarsi del proprio tempo.
 
Chi è la Maddalena di ''Dolce Maddalena''?
È proprio lei, è proprio la donna a cui stai pensando... La peccatrice di cui si parla nei testi sacri. Solo che io ho, naturalmente, dato la mia visione, un po' onirica e magari meno somigliante alla realtà. Fatto sta che questa è una donna che ama, che venera la persona in cui crede... ma per lei è l'uomo in quanto tale e non in quanto Dio. Ecco, questo è il concetto che mi auguro passi nell'ascoltare questo testo.
 
Influenze: che musica hai ascoltato durante composizione e registrazione dei pezzi?
Non ascolto mai, o quasi mai, musica quando sono impegnato nella scrittura di testi o di musiche. Non lo sto facendo nemmeno in questo momento in cui sono impegnato con la scrittura di una piccola colonna sonora per un documentario. Sono influenzabile e potrei deragliare! (Ride). Credo che più la mente e l'anima, e magari anche il cuore, stanno liberi e vuoti, più spazio c'è per accogliere nuove sensazioni, emozioni e colori... E questo fa un gran bene al progetto nuovo che potrebbe rivelarsi. Almeno questo il mio modo di lavorare.
 
Quanto conta l'identità nella tua scrittura?
Se non ci fosse identità, non potrebbe esserci scrittura. Mettiamola così: anonimamente non credo ci possa essere un percorso valido, senza tratti e neppure connotati, proprio perché ogni progetto è figlio del suo autore. E l'autore ha il dovere e anzi l'obbligo di farsi riconoscere dal suo pubblico ma da tutti in generale. Non è certo un problema marchiare il proprio lavoro facendolo conoscere come parte di una personale ricerca, Se così non fosse, significherebbe caos e mancanza di consapevolezza. Nel mio piccolo, devo dire di aver visto la luce quando ho compreso che noi siamo quel che siamo, con i nostri limiti e la nostra piccolezza. Ricordiamoci sempre che fuori c'è il mondo e noi siamo granelli.
 
Sogni: con chi vorresti collaborare?
Che bella domanda! Importante e difficile. Con chi vorrei collaborare... Ora come ora ti risponderei solo dei nomi, ma non credo sia quello che tu vuoi sapere. Voglio essere un po' più poetico e dirti che avrei desiderio di collaborare con qualcuno che abbia voglia di affrontare il mondo a muso duro, senza paura, qualcuno di concreto. Con qualcuno che mi stimoli, perché io ho bisogno di stimoli e magari qualcuno da stimolare a sua volta. Mi azzardo comunque dirti che sarei onorato di poter aver a che fare con il maestro Ennio Morricone, adoro i suoi progetti. Ma ancora con tutti gli interpreti della canzone che hanno voglia di ascoltare senza pregiudizi e senza altezzosità. Sì, mi piacerebbe scrivere per la Mannoia, avrei desiderato scrivere per Mia Martini, per Giorgia, ma sono soltanto dei nomi, potrei farne altri e ci sarebbe molto da dire. Scriverei volentieri per chi avesse ali abbastanza grandi.
 
La tua esperienza Live più bella finora?
Ti dico a colpo sicuro che è stato il primo concerto di presentazione del primo album, L'isola canzoni d'autore, me lo ricordo ancora come se fosse ieri, era il 2006 ed ero a capo di questa band, perfetta a mio avviso. Le emozioni che ti vengono restituite da un'opera prima, durante il tuo primo concerto, con un pubblico che non ti ha mai visto indossare i panni del cantautore, non hanno prezzo. Naturalmente poi, dato che sono uno che ragiona soprattutto con la pancia, ti confermo che ogni mio live, anche quello più marginale o se vuoi meno importante, lo vivo intensamente perché non ci sarebbe motivo per fare il contrario. Credo ancora nella bellezza delle piccole cose e spero di essere così fino alla fine.
 
Parlaci dei tuoi progetti futuri.
È presto detto. In ambito musicale sto lavorando a questa colonna sonora di cui ti parlavo prima, ma è ancora un test si può dire, non ne parlo fino a che sarà il momento. Sto lavorando a nuove canzoni, forse un paio di collaborazioni sono nell'aria E questo mi dà energia. Sto scrivendo e sono a buon punto il nuovo romanzo, mi auguro che nel 2017 possa uscire. Sto facendo il busker per le strade, per assorbire nuova energia e per vivere l'emozione della gente che non ti conosce e ti guarda per la prima volta... e per il momento soltanto poche date ho fatto, ma c'è nei progetti di affrontare le principali città italiane con questo nuovo lavoro e con il resto della mia produzione.

gente di terra, interviste, pier mazzoleni

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