Nightguide intervista Nelson Venceslai, voce dei Rovere, la giovane band bolognese alla fine di un anno strepitoso.

Nightguide intervista Nelson Venceslai, voce dei Rovere, la giovane band bolognese alla fine di un anno strepitoso.

I rovere sono reduci dal successo di "disponibile anche in mogano", loro primo vero album di debutto, che in pochissimo tempo ha raggiunto risultati impressionanti: oltre 10.000.000 di play su Spotify che fanno dei rovere una delle rivelazioni musicali di questo 2019.
 
Il disco, frutto della collaborazione con Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, è un flusso naturale di gusti e predisposizioni artistiche dei rovere che già con il primo singolo superano il milione di ascolti. È così che la band si guadagna un posto in copertina Indie Italia e la presenza fissa in Italia in Alta Rotazione su Spotify.
 
Anche se giovanissimi, i rovere hanno già affrontato palchi importanti - in apertura ai Pinguini Tattici Nucleari all'Alcatraz di Milano e l'Atlantico di Roma tra gli altri - e i maggiori festival estivi, registrando un successo dietro l'altro e lasciandosi alle spalle una scia di fan che cantano a squarciagola i loro pezzi.


Recentemente sono usciti con un EP, "ultima stagione", comprensivo di tre brani, "stupido clark kent" "come ha fatto jon" "wi-fi", che ricalca lo stile dell'album di debutto con una maggiore consapevolezza, è caratterizzato da un mood allegro e vivace, con il solito velo di malinconia proprio della band. Il fil rouge è quello dell'amore, visto da tre punti di vista, con diverse sfaccettature e dubbi, che ruotano attorno a differenti livelli di profondità e superficialità.
 
L'intento è quello di chiudere un ciclo, con tre nuove canzoni che i rovere stanno cantando in coro insieme ai loro fan sotto i palchi di “ultima stagione del tour”, organizzato da BPM Concerti.


I rovere sono Nelson Venceslai, Luca Lambertini e Lorenzo Stivani. 
E queste sono le chiacchiere che abbiamo fatto proprio con Nelson in vista della doppia data di chiusura che si terrà nella loro Bologna, al Locomotiv Club, il 21 e il 22 Dicembre.





Nightguide. Allora parliamo un po' di quest'ultimo anno che è stato vagamente intenso. Il 29 marzo l'album di debutto, poi tante date insieme ai Pinguini Tattici Nucleari e ora un altro EP contenente tre nuovi brani e un tour tutto vostro. È successo veramente tutto in un anno. Cosa ti ricordi dell'inizio del 2019?
Nelson Venceslai. Gennaio-febbraio di quest'anno sono stati un periodo strano nel senso che, abbiamo fatto le cose in maniera particolare; circa tre anni fa abbiamo tirato fuori una canzone, dopo un anno abbiamo tirato fuori un'altra canzone, e dopo quasi un anno abbiamo fatto il nostro primo concerto con soltanto due canzoni fuori, quindi a gennaio avevamo già lavorato al disco nel senso che era già pronto, dovevamo solo aspettare di farlo uscire e stava per uscire “TADB”, che è una canzone che ha cambiato molte cose per noi. Si può dire che eravamo in una specie di limbo in cui avevamo già fatto qualcosina ma fare musica era ancora un grande hobby perché con un impegno ogni anno, capisci che non c'è tanto da lavorare. Eravamo super frementi perché appunto stava per uscire il disco e non sapevamo cosa sarebbe potuto succedere, cioè non avevamo idee né aspettative né nulla; era una cosa completamente nuova per noi. Finalmente poi dopo un mesetto è uscito ed è andata bene.

 
NG. In che momento vi siete resi conto che il 2019 non era l'anno di solo una canzone e basta?
NV. Beh ad un certo punto abbiamo avuto la fortuna di conoscere i Pinguini Tattici Nucleari e il loro manager, che adesso è il nostro manager anche, che sono due Entità che ci hanno veramente dato una spinta notevole a livello di interesse, possibilità, tutto. Noi fino a quel momento eravamo stati da soli, pubblicavamo le canzoni, se andavano bene andavano bene, ci divertivamo, vedevamo la gente che magari ci commentava i video su Youtube, ma nulla di che. Invece, in quel momento abbiamo avuto il primo contatto con una realtà già affermata che ci diceva: “Cavolo dai, fate un disco perché potrebbe venir fuori una cosa carina, una cosa bella” e per fortuna li abbiamo ascoltati. In quel momento il mondo musicale si è accorto di noi e ci ha invitati ad entrare.

 
NG. Quindi non siete di quelli che siete arrivati a questo punto sgomitando, tipo che dobbiamo venderci l'anima per arrivare qua?
NV. No, No, No.

 
NG. Praticamente è successo quasi per caso!
NV. Noi abbiamo avuto un gran culo, una immensa dose di fortuna, un culo devastante. La fortuna di essere ascoltati, una cosa che non è immediata, né facilissima. Noi non abbiamo fatto quella gavetta che magari contraddistingue tantissimi artisti e un po' ci dispiace, però è andata così, e non ci sputiamo sopra. Abbiamo avuto modo di imparare un po' tramite un battesimo del fuoco, aprendo i concerti Pinguini Tattici Nucleari, nello scorso tour, passando da zero a 3000 persone. Quando abbiamo aperto all'Alcatraz ci siamo detti che dovevemo inventarci qualcosa, stare calmi e fare tutto bene. Nei giorni prima ci siamo messi lì, ci siamo spremuti, a provare e riprovare, a studiarci cose, ecc e alla fine ce l'abbiamo fatta però è stata veramente dura.

 
NG. Non avevate nemmeno avuto il tempo di inventarvi dei personaggi da palco da esibire davanti ad un pubblico non vostro.
NV. No noi abbiamo iniziato essendo veramente noi stessi sul palco infatti chiacchieriamo tanto, chiacchieriamo col pubblico e ci divertiamo e siamo super naturali, come fossimo tra amici. Ora chiaramente siamo un po' più a nostro agio e magari siamo più pronti e preparati ad affrontare i live anche con qualcosa di più studiato e coreografato, ma sempre rimanendo noi stessi.

 
NG. Tu molto modestamente hai affermato che avete avuto un gran culo, però io direi che c'è anche della qualità e soprattutto qualcosa che vi differenzia da altre band che si muovono sulla vostra stessa lunghezza d'onda. Secondo te, cosa vi ha distinto da altre band uscite in questi ultimi mesi?
NV. Innanzitutto dico che noi non cerchiamo di distinguerci. Nel senso che se una band già in partenza studia una tattica per distinguersi a livello musicale, magari finisce per non fare ciò che gli piace e per forzare delle scelte, quindi questo noi non l'abbiamo mai fatto. In più abbiamo la fortuna di essere una band i cui membri hanno preferenze musicali super diverse tra di noi. Abbiamo davvero pochi artisti che ci accomunano, quindi questo fa si che quando noi siamo in scrittura di una canzone, quando riusciamo a trovare qualcosa che ci mette tutti d'accordo al centro, quel centro diventa Rovere, ovvero non siamo più tre soggetti singoli ma un'unica cosa. Non saprei come meglio spiegarlo, ma se qualcosa va bene a tutti, diventa il suono dea band, senza badare a generi o gusti.
Detto questo, invece a livello di significati delle canzoni eccetera, a me piace pensare che noi parliamo semplice; abbiamo tutti intorno ai 25 anni e stiamo affrontando per la prima volta varie fasi della vita, vari problemi, vari dubbi, varie situazioni e quindi le affrontiamo in maniera volendo anche superficiale, perché ci vuole tempo per scendere in profondità, e non facciamo finta di aver trovato quel senso della vita, perchè lo stiamo ancora cercando. Il modo diretto con cui diciamo le cose e ci rivolgiamo a quelli della nostra età, magari, è una chiave che funziona.

 
NG. Certo. Infatti quello a cui stavo pensando io era proprio che la vostra musica è innanzitutto molto fresca. Nel panorama musicale di genere in cui vi siete andati a infilare c'è una certa tendenza alla depressione e alla disperazione, e a volte anche al piangersi addosso. Invece la vostra musica arriva ad un primo ascolto distratto molto leggera, ma poi ti rendi i conto che i testi non sempre sono scanzonati.
NV. Si, tendenzialmente nella nostra musica trattiamo delle tematiche che in realtà non sono felicissimi perché appunto qua si parla di storie finite male, però con una chiave allegra, quindi con una chiave leggera.

 
NG. Parlando del tour tutto vostro che state per portare a termine, come vi siete sentiti quando avete dovuto raddoppiare a data nella vostra Bologna?
NV.  Eh è stato bello, perché già eravamo contenti di chiudere a Bologna, però non riuscivamo a far venire i nostri parenti e i nostri amici perché il Locomotiv si è riempito subito. Per fortuna ci hanno aperto la seconda data dove possiamo far venire tutti i parenti, comunque è stato bello ma come del resto tutte le date sono state una figata perché veramente non ce l'aspettavamo. Non avrei mai pensato che sarebbe andata così!

 
NG. Quindi, siccome volevo venire a fotografarvi il 21 dicembre, mi stai dicendo che è meglio che venga il 22 perché se c'è la nonna ci saranno le tagliatelle nel backstage?
NV. Ahhaha si ti conviene, ti conviene...

 
NG. E invece, come mai uscire subito con un EP e non aspettare un atro album?
NV. Dopo il disco, quando abbiamo iniziato a suonare quest'estate, avevamo parecchia voglia di far sentire della nuova musica, perché era il primo disco quindi magari c'erano solo 10 canzoni e volevamo tirare fuori della roba nuova. Per cui ci siamo messi a scrivere durante il tour tra i camerini e i backstage, i furgoni e i day off, per tirar fuori una canzone che suonasse un po' come ci sentivamo noi in quel momento lì, che è un momento veramente frenetico e noi da quando è uscito il disco non ci siamo veramente fermati neanche un secondo. Mentre scrivevamo questa canzone, ce ne sono uscite altre due e quindi alla fine del tour avevamo in mano tre canzoni tra cui scegliere il singolo che parlasse dei mesi frenetici che stavamo vivendo. Non riuscivamo ad arrivare ad un punto e alla fine ci siamo detti che non avrebbe avuto senso mettere da parte due di quelle canzoni per un album perché sicuramente, considerando il modo e il motivo per cui le avevamo scritte, tra qualche mese non le avremmo sentite più nostre. Così nasce questo EP di intermezzo. Ora che finisce questo tour si chiude un anno e un periodo importante e prenderemo un po' di tempo per rielaborare il tutto con calma, ripassare tutto quello che abbiamo vissuto e cercare di trarre il massimo da tutte le esperienze vissute, anche da quelle che, per la fretta, in questi mesi sono passate in secondo piano.

 
NG. Voglio farti una domanda un po' provocatoria. Come ti sentiresti se dopo il periodo di pausa vi cominciassero a dire dei no o a dimostrarsi meno disponibili nei vostri confronti?
NV. Mah,  non sarebbe sicuramente bello nel senso che finchè la gente crede in te è facile, poi quando smette, piuttosto che non credere in te da subito, è ancora peggio perché vuol dire che veramente hai fatto qualcosa di sbagliato. Però allo stesso tempo noi siamo molto umili; a noi piace la nostra musica e crediamo nella nostra musica ma sappiamo anche che ci sono dei professionisti che ne fanno più di noi e quindi se un professionista che noi stimiamo, che magari ha già lavorato con noi anche, dovesse dire: “guarda questa cosa non funziona” noi lo ascolteremmo e cercheremmo di capire che cosa stiamo sbagliando e come sfruttare diversamente le cose che abbiamo capito in questo anno, perché non e detto che le sfruttiamo bene e non siamo così sicuri di noi stessi. L'importante per noi è sempre che i nostri prodotti ci piacciano e che ci convincano, ma allo stesso tempo crediamo anche molto nel lavoro di squadra, nei professionisti che ci supportano e nel cercare di fare qualcosa che vada bene per tutti, perché comunque anche parlando di un'etichetta, di un produttore, eccetera, loro fanno il loro interesse ma fanno anche il tuo, nel senso che vincono quando tu vinci.

 
NG. Nel caos di quest'anno che ruolo hanno avuto i vostri amici di sempre e la vostra famiglia?
NV. Le nostre famiglie sono tutte super “supportive”, ogni volta che hanno occasione vengono a sentirci, credono molto in noi; mia madre ricondivide sempre tutti i post, al nostro concerto è venuto addirittura mio nonno ed è stato bello. I nostri amici di sempre anche, sono sicuramente fondamentali, sono i primi a cui facciamo sentire le canzoni nuove, sono i primi da cui cerchiamo un confronto perché sono quelli che ci conoscono e i primi che non vorrebbero mai il male per noi quindi sono anche i più affidabili.

 
NG. C'è una location o un festival in cui avete sempre sognato di esibirvi?
NV. Mah guarda, questo sogno l'abbiamo già realizzato quest'estate quando abbiamo suonato al BIOGRAFILM qui a Bologna che è l'unico festival dove siamo stati da spettatori tutti gli anni e quindi dove siamo abituatissimi a vedere delle band che ci piacciono! Ci abbiamo suonato ed era anche pieno di gente!

 
NG. Adesso che state diventando famosi, sareste tipi da concepire e valutare collaborazioni o preferite rimanere i Rovere e basta?
NV. No, no, se qualcuno ha delle proposte accettiamo volentieri di valutarle e anche noi abbiamo qualche nome con cui ci piacerebbe davvero tanto collaborare. Non so a me piacerebbe molto Fulminacci. L'ho anche conosciuto e mi sta anche molto simpatico.

 
NG. Cosa rappresenta per te a musica nella tua vita in tre parole?
NV. Cibo, gratis, buono!

 
NG. ahahaha hai vinto tutto!!
NV. Ieri ho mangiato un piatto di tagliatelle da tre etti!!!

 
NG. Quali sono i tre album che mai potrebbero mancare nella tua collezione e che pensi ti abbiano influenzato di più?
NV. Sono tutti e tre degli stessi artisti e sono “Sigh No More”, “Babel” e “Delta” dei Mumford & Sons.
 

Intervista a cura di Luigi Rizzo.

 
 

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