Intervista a Carlo Capotondo, autore della raccolta di racconti “Desideria. Atto primo”.
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24/04/2024 | Bookpress
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Carlo Capotondo è uno scrittore marchigiano, nato durante il terremoto del 1972. Sempre alla ricerca della verità nascosta in ognuno, e mai fermo nell'osservare le sfaccettature dell'animo umano e nell'esaltare il lato nascosto dei sofferenti, pubblica nel 2023 per Altromondo Editore l'opera “Desideria. Atto primo”.
«Ci presenti la tua raccolta di racconti “Desideria. Atto primo”?»
Il primo racconto “Desideria” è stato scritto 30 anni fa e poi, come si dice, lasciato in un cassetto, ma le altre storie, tutte basate su fatti a me realmente accaduti, sono nate dopo che una mia ex mi ha lasciato e, dopo che io le ho chiesto come avrei fatto a risolvere un problema nato dalla nostra separazione, lei mi ha detto che ero bravo con le parole e avrei trovato una soluzione. Quella frase mi ha girato per anni in testa e durante il lockdown ho voluto vedere quanto io fossi bravo con le parole. Quindi ho attinto dalla mia vita altre cinque storie e ricevuto due proposte di pubblicazione da due Case Editrici diverse.
«Nell'opera sono contenute sei storie, abbastanza differenti sia per i generi letterari di appartenenza che, in certi casi, per il tono con cui vengono narrate. Vi sono comunque uno o più fattori che le accomunano, o hai scelto la varietà come tua cifra stilistica?»
Ogni storia è indipendente ma tutte legate dal filo rosso di Desideria (antagonista alla società, ma fondamentalmente buona) che appare e scompare nei racconti degli altri affinché si possa vedere anche come si sviluppa la sua vita. I generi, tra loro, sono diversi perché per ogni storia c'è un sentimento e il mio stato d'animo è cambiato per ognuno di loro, immedesimandomi nel protagonista e in come lui o lei avrebbe voluto vivere.
«Nei racconti emerge la tua bravura e la tua sensibilità nella caratterizzazione dei personaggi, la cui psiche è indagata approfonditamente. Qual è la figura di cui hai amato particolarmente delinearne il carattere, e per quali motivi?»
Ho amato e amo ognuno di loro perché è anche grazie a questi personaggi che oggi io sono ciò che sono... lunatico ma costante nei miei traguardi, introverso ma altruista nei confronti di chi credo meriti aiuto... sono un po' come Desi, tutto e il contrario di tutto ma, essendo cosciente di questo, sono io a scegliere se e quando essere legato a questo mondo. Il personaggio che ho preferito descrivere? Forse Donna Falena, unica nel suo genere. Una donna che, per evitare gli uomini dice di prostituirsi ma non lo fa, che s'innamora facilmente e parla sinceramente e onestamente di sesso causando imbarazzo negli altri quando, come dice lei... “Che problema c'è? Ci pensano e lo fanno tutti, ma nessuno lo ammette e neanche ne accenna... mica è proibito!” Poi è fiduciosa negli altri, con la testa un po' qua e un po' là, sempre diretta e mai vergognosa di se stessa.
«I tuoi protagonisti sono spesso degli outsiders: vengono emarginati dalla società o, a volte, si alienano spontaneamente da essa; appaiono per lo più smarriti e confusi, e tormentati da una grave sofferenza interiore. Perché hai scelto di concentrarti in particolare su storie di disagio esistenziale?»
Come detto prima, le storie sono basate su fatti reali e credo di essere una specie di catalizzatore di questo tipo di persone. Molte di quelle conosciute non si sentivano parte della società e per questo hanno deciso di isolarsi. Metabolizzare lentamente quel tipo di problema ha sempre una fine, e la loro è stata quella di iniziare a parlare sembrando dei folli agli occhi della maggioranza. Ho incontrato chi credeva di essere la Madonna, chi è ancora fortemente convinto che io sia un Angelo caduto (da questo fatto è nata una storia), una mia ex mi svegliava di notte per farmi vedere quanto era brava a tagliarsi le braccia mentre faceva autolesionismo... da non dimenticare chi ha almeno 14 personalità certificate, chi crede di poter diventare incorporeo e attraversare i muri. Questi sono i miei compagni di viaggio: persone reali che andrebbero ascoltate per evitare che il silenzio e la solitudine diventino l'incudine e il martello.
«Dei sei racconti, ce n'è uno a cui sei più legato, magari perché trasmette un messaggio al lettore che tu consideri di notevole rilevanza?»
Sono legato a tutte le storie perché ognuna di loro è anche un sentimento: Desideria è la paura, Gino la vendetta, il Signor G. l'oblio, il sicario Dio la presa di coscienza e così via... e non si può vivere senza sentimenti.
«Quali sono le opere e gli autori che hanno maggiormente influenzato il tuo stile di scrittura?»
Dai classici come “Il richiamo della foresta” e “Il vecchio e il mare” a Marquez con “Cent'anni di solitudine”. Poi, tra altri libri, “Sentinella”, “Chiedilo alla polvere”, “Anna Frank” “E i violini cessarono di suonare”... e film girati dalla Wertmuller senza togliere nulla al “siamo uomini o caporali” di Totò.
«Sei già a lavoro su “Desideria. Atto secondo”? Se la risposta è affermativa, ritroveremo qualcuno dei personaggi o alcune delle situazioni presenti nel primo atto? Se invece è negativa, su quale progetto letterario ti stai concentrando?»
“Desideria Atto Secondo - Il respiro della chiesa” è già in commercio con La Caravella Editrice ed è migliore di Atto Primo. Tornano Desideria e Paolo e lei cercherà di ucciderlo nuovamente (lui proprio non impara mai a starle lontano), poi ci sono un immortale, un viaggio nell'aldilà, monache capricciose reiette dalla Chiesa, un uomo che decide di restare in prigione perché la società gli fa paura, un'alchimista che indica sempre la giusta via ma ne dovrà pagare il prezzo come lei ha promesso di fare e Desideria, ciliegina sulla torta, si presenterà all'altare con la follia in tasca e il suo personale cambiamento in tasca dopo aver creato e lanciato la sua prima molotov; entrano in scena, tra gli altri, anche la matrona di un bordello e un russo pericoloso che si ritroverà in Atto Terzo (su cui sto lavorando e che uscirà il prossimo anno). La saga andrà avanti fino all'Atto Sesto quando, dopo avergliene fatte passare tante, farò riposare Desi facendole trovare la felicità. Dopo queste 36 storie entrerà in scena la figlia ma, come tutti sanno, le querce non fanno le arance.
Contatti
https://www.facebook.com/carlo.capotondo/?locale=it_IT https://www.instagram.com/carlocapotondo/
https://www.altromondoeditore.it/
Link di vendita online
https://www.altromondoeditore.it/libri/desideria/
https://www.amazon.it/Desideria-Atto-primo-Carlo-Capotondo/dp/8833303977
«Ci presenti la tua raccolta di racconti “Desideria. Atto primo”?»
Il primo racconto “Desideria” è stato scritto 30 anni fa e poi, come si dice, lasciato in un cassetto, ma le altre storie, tutte basate su fatti a me realmente accaduti, sono nate dopo che una mia ex mi ha lasciato e, dopo che io le ho chiesto come avrei fatto a risolvere un problema nato dalla nostra separazione, lei mi ha detto che ero bravo con le parole e avrei trovato una soluzione. Quella frase mi ha girato per anni in testa e durante il lockdown ho voluto vedere quanto io fossi bravo con le parole. Quindi ho attinto dalla mia vita altre cinque storie e ricevuto due proposte di pubblicazione da due Case Editrici diverse.
«Nell'opera sono contenute sei storie, abbastanza differenti sia per i generi letterari di appartenenza che, in certi casi, per il tono con cui vengono narrate. Vi sono comunque uno o più fattori che le accomunano, o hai scelto la varietà come tua cifra stilistica?»
Ogni storia è indipendente ma tutte legate dal filo rosso di Desideria (antagonista alla società, ma fondamentalmente buona) che appare e scompare nei racconti degli altri affinché si possa vedere anche come si sviluppa la sua vita. I generi, tra loro, sono diversi perché per ogni storia c'è un sentimento e il mio stato d'animo è cambiato per ognuno di loro, immedesimandomi nel protagonista e in come lui o lei avrebbe voluto vivere.
«Nei racconti emerge la tua bravura e la tua sensibilità nella caratterizzazione dei personaggi, la cui psiche è indagata approfonditamente. Qual è la figura di cui hai amato particolarmente delinearne il carattere, e per quali motivi?»
Ho amato e amo ognuno di loro perché è anche grazie a questi personaggi che oggi io sono ciò che sono... lunatico ma costante nei miei traguardi, introverso ma altruista nei confronti di chi credo meriti aiuto... sono un po' come Desi, tutto e il contrario di tutto ma, essendo cosciente di questo, sono io a scegliere se e quando essere legato a questo mondo. Il personaggio che ho preferito descrivere? Forse Donna Falena, unica nel suo genere. Una donna che, per evitare gli uomini dice di prostituirsi ma non lo fa, che s'innamora facilmente e parla sinceramente e onestamente di sesso causando imbarazzo negli altri quando, come dice lei... “Che problema c'è? Ci pensano e lo fanno tutti, ma nessuno lo ammette e neanche ne accenna... mica è proibito!” Poi è fiduciosa negli altri, con la testa un po' qua e un po' là, sempre diretta e mai vergognosa di se stessa.
«I tuoi protagonisti sono spesso degli outsiders: vengono emarginati dalla società o, a volte, si alienano spontaneamente da essa; appaiono per lo più smarriti e confusi, e tormentati da una grave sofferenza interiore. Perché hai scelto di concentrarti in particolare su storie di disagio esistenziale?»
Come detto prima, le storie sono basate su fatti reali e credo di essere una specie di catalizzatore di questo tipo di persone. Molte di quelle conosciute non si sentivano parte della società e per questo hanno deciso di isolarsi. Metabolizzare lentamente quel tipo di problema ha sempre una fine, e la loro è stata quella di iniziare a parlare sembrando dei folli agli occhi della maggioranza. Ho incontrato chi credeva di essere la Madonna, chi è ancora fortemente convinto che io sia un Angelo caduto (da questo fatto è nata una storia), una mia ex mi svegliava di notte per farmi vedere quanto era brava a tagliarsi le braccia mentre faceva autolesionismo... da non dimenticare chi ha almeno 14 personalità certificate, chi crede di poter diventare incorporeo e attraversare i muri. Questi sono i miei compagni di viaggio: persone reali che andrebbero ascoltate per evitare che il silenzio e la solitudine diventino l'incudine e il martello.
«Dei sei racconti, ce n'è uno a cui sei più legato, magari perché trasmette un messaggio al lettore che tu consideri di notevole rilevanza?»
Sono legato a tutte le storie perché ognuna di loro è anche un sentimento: Desideria è la paura, Gino la vendetta, il Signor G. l'oblio, il sicario Dio la presa di coscienza e così via... e non si può vivere senza sentimenti.
«Quali sono le opere e gli autori che hanno maggiormente influenzato il tuo stile di scrittura?»
Dai classici come “Il richiamo della foresta” e “Il vecchio e il mare” a Marquez con “Cent'anni di solitudine”. Poi, tra altri libri, “Sentinella”, “Chiedilo alla polvere”, “Anna Frank” “E i violini cessarono di suonare”... e film girati dalla Wertmuller senza togliere nulla al “siamo uomini o caporali” di Totò.
«Sei già a lavoro su “Desideria. Atto secondo”? Se la risposta è affermativa, ritroveremo qualcuno dei personaggi o alcune delle situazioni presenti nel primo atto? Se invece è negativa, su quale progetto letterario ti stai concentrando?»
“Desideria Atto Secondo - Il respiro della chiesa” è già in commercio con La Caravella Editrice ed è migliore di Atto Primo. Tornano Desideria e Paolo e lei cercherà di ucciderlo nuovamente (lui proprio non impara mai a starle lontano), poi ci sono un immortale, un viaggio nell'aldilà, monache capricciose reiette dalla Chiesa, un uomo che decide di restare in prigione perché la società gli fa paura, un'alchimista che indica sempre la giusta via ma ne dovrà pagare il prezzo come lei ha promesso di fare e Desideria, ciliegina sulla torta, si presenterà all'altare con la follia in tasca e il suo personale cambiamento in tasca dopo aver creato e lanciato la sua prima molotov; entrano in scena, tra gli altri, anche la matrona di un bordello e un russo pericoloso che si ritroverà in Atto Terzo (su cui sto lavorando e che uscirà il prossimo anno). La saga andrà avanti fino all'Atto Sesto quando, dopo avergliene fatte passare tante, farò riposare Desi facendole trovare la felicità. Dopo queste 36 storie entrerà in scena la figlia ma, come tutti sanno, le querce non fanno le arance.
Contatti
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