Elton Novara torna in grande stile il personaggio più spregiudicato della fervida scena dell'underground milanese, con il suo inconfondibile mix di folle ironia e basi rockabilly e un nuovo attesissimo video/singolo “Papango” feat. The Van Houtens.
Elton Novara è uno spregiudicato cantautore e chitarrista di Milano; il suo genere è una miscela di pop, electro, e cantautorato contraddistinti da una forte venatura rock e da una marcata ironia nei testi. Dopo gli esordi autoprodotti nel 2012, con cui sviluppa un solidissimo seguito nella provincia di Varese dove muove i primi passi ed ottiene la "benedizione" di Cesareo e Rocco Tanica (Elio e le Storie Tese), realizza nel 2015 l'album d'esordio "Lei Ha Perso il Contatto con la Realtà", prodotto da Andrea de Bernardi. Seguono più di un centinaio di concerti durante i quali divide il palco con artisti quali Dente, Pan del Diavolo, MADE, Davide van der Sfross, Nicolò Carnesi, I Cani, PopX, Alberto Camerini, Meganoidi e molti altri. Dopo due anni di tour per tutta Italia nelle vesti di chitarrista per i The Van Houtens (2015/2017), affronta il primo tour nazionale da solista al fianco di Auroro Borealo (già metà del duo lofi di culto "Il Culo di Mario"). Nel 2018 entra a far parte del roster Tube Agency e comincia la collaborazione con Marco Ulcigrai (I Ministri, Le Luci della Centrale Elettrica, Il Triangolo), che vestirà i panni di produttore artistico per il secondo album di inediti, anticipato dal singolo "Papango", featuring con i The Van Houtens accompagnato dalla b-side "ARCI Comics", realizzata con il produttore Davide Ferrario (Max Pezzali, Franco Battiato). Elton è inoltre chitarrista turnista per The Van Houtens (electropop), Junior Sprea (reggae), Hollowscene (progressive), Gli Elegantissimi (side project di Davide Romagnoni, frontman dei Vallanzaska).
Lo abbiamo intervistato.
Ciao Elton, come è nato “PAPANGO”, il singolo che hai scritto con THE VAN HOUTENS?
Ciao! Il brano nasce da uno strafalcione di un parente acquisito, che fallendo nel tentativo di identificare un frutto tropicale al centro della tavola durante una cena lo ha chiamato proprio “Papango”. Mi sono immediatamente segnato il nome e sono corso a casa a preparare una base electro-caraibica su cui costruire un brano che parlasse di lascivia, giungla e...frutta. Le atmosfere mi suggerivano due voci molto specifiche, il basso stile Amanda Lear di Alan Rossi e la voce sensuale di Karen, in arte The Van Houtens. Gli ho fatto sentire il demo mentre eravamo in tour e se ne sono innamorati.
Come è stato lavorare con loro?
Lavorare con i fratelli Rossi è sempre una corsa sul Tornado Blu di Gardaland; sono dei purosangue, completamente istintivi e zuppi di creatività. La naturalezza con la quale hanno cantato le proprie parti mi ha lasciato senza parole, hanno preso il brano e lo hanno innalzato di una decina di tacche.
Vi siete divertiti nel girare il videoclip?
Io ero estremamente concentrato, abbiamo passato 13 ore sul set e mi sentivo responsabile per tutte e 45 le persone presenti sul set; una folla! L'atmosfera era talmente surreale che era impossibile farsi dominare dalla tensione, sembrava di essere nel Flying Circus dei Monthy Phyton; tutti gli attori e le comparse erano di ottimo umore, Alan in particolare ha svolto un ruolo importantissimo nel tenere alto il morale dopo la 12sima ora, quando eravamo tutti esausti, con un continuo di battute e gag tirate fuori con l'energia di chi sta appena cominciando a scaldarsi, non sembrava neppure avesse passato l'intera giornata davanti alla telecamera.


(video credits to Veleno Production)

Come sarà il disco che contiene il singolo?
Il singolo è un progetto a parte rispetto al disco, che sarà dominato da atmosfere elettropop e da chitarre fuori di testa; inoltre i testi saranno più attenti a raccontare stralci di vita quotidiana piuttosto che lampi di fantasia.
Hai suonato su diversi palchi e con diversi artisti: qual è il tuo ricordo più bello?
I miei amici ed io, appena 22nni, che cantiamo una canzone che avevo appena scritto al tavolo di un bar in Germania, completamente ubriachi alle 3 del mattino, utilizzando bicchieri e sedie come percussioni ed avendo come unico pubblico le due bariste presenti e l'ubriacone del luogo. Non ho mai sentito un simile legame con il prossimo tramite la mia musica.
E qual è il palco dei tuoi sogni?
Naturalmente lo Sgizet, il palco più cool del mondo. E' il St. Vincent dei festival!
Chi sono gli artisti che più ti hanno ispirato?
Senza dubbio The Who, Prince, Blur, Rocco Tanica, The Stone Roses
Quali sono i tuoi progetti per il futuro artistico?
Sto lavorando ad un disco con Marco Ulcigrai alla produzione artistica, e per la prima volta in tanti anni mi sento pienamente padrone della mia musica; negli ultimi anni avevo “subappaltato” una porzione gigantesca della mia scrittura in cambio della possibilità di registrare gratis. Una scelta miope ed ingenua, che non mi ha mai permesso di esprimermi genuinamente in un disco. Ora sono finalmente libero e ho una gran voglia di urlarlo da tutti i palchi possibili.